lunedì 7 novembre 2011

TEMPO LIBERO PARADISO PERDUTO

Daniel Mothe' e' stato operaio alla Renault e militante sindacale, prima di diventare sociologo. E la sua preoccupazione concerne appunto l'eguaglianza tra gli uomini. Il primo e piu' grave rischio che addita e' il determinarsi di nuove discriminazioni sociali, anche piu' distruttive di quelle create dal lavoro. Tempo libero - avverte - presuppone soldi e cultura per goderne, esserne "padroni". Ma per chi non ha gli uni e / o l'altra tempo libero potra' configurarsi come tempo "vuoto", di noia o, peggio, se si lascera' fare ai "mercanti che inventeranno attivita' sofisticate, costose per i piu' ricchi", tempo che spinge i piu' poveri verso "delinquenza, droga, alcolismo". Oppure li istighera' a lavorare sempre di piu' appunto per permettersi lo svago dei ricchi. Tempo libero come "nuovo lusso": l'aveva gia' indicato Hans Magnus Enzensberger in un articolo su Der Spiegel che aveva fatto clamore. Non piu' soldi e opulenza, scriveva, ma "singolarita", "spazio", "ambiente pulito", "sicurezza" saranno i beni piu' rari, dunque piu' desiderabili di domani. E al primo posto di questi "nuovi lussi" lo studioso piazzava non gia' un generico e piu' o meno esteso "tempo libero", bensi' la possibilita' d'essere maestri del proprio tempo. Di poterne disporre a piacimento. Una differenza radicale. Quanti potranno farlo? Pochi, ha gia' riposto Enzensberger, pochi, ribadisce ora Mothe'. E gli altri? Tv, Tv, tanta Tv: perche' e' l'unica "attivita' veramente libera e quasi gratuita" in una civilta' urbana dove tutto costa. E perche' gia' oggi i sondaggi mostrano che "e' l'attivita' privilegiata di coloro che hanno piu' tempo libero, un reddito modesto e il livello culturale piu' basso"

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